Consumatori possono chiedere risarcimento danni per concorrenza sleale dal produttore

24.01.2022

La domanda, se un consumatore ha il diritto di chiedere risarcimento ad un imprenditore per pratiche commerciali sleali, è stata decisa a favore dei consumatori dalla Corte Suprema Austriaca.

I consumatori ricorrenti hanno subito il furto di 60.000 euro da una cassaforte. La cassaforte fu pubblicizzata dal produttore con il livello di sicurezza EN-1. Quel livello di sicurezza era un prerequisito per la copertura dell’assicurazione contro il furto. I due consumatori hanno saputo che la cassaforte in realtà non soddisfaceva questo livello di sicurezza solo perché la compagnia di assicurazione ha rifiutato di risarcire il danno per questo motivo.

Poiché il rivenditore da cui i due consumatore avevano acquistato la cassaforte non esisteva più, essi si sono rivolti direttamente contro il produttore: Quest’ultimo aveva pubblicizzato la cassaforte in modo ingannevole con il livello di sicurezza EN-1.

I tribunali inferiori hanno respinto l’azione perché i consumatori non avrebbero avuto il diritto di fare causa secondo la legge sulla concorrenza sleale.

La Corte Suprema ha annullato le sentenze dei tribunali inferiori e ha ordinato al tribunale di prima istanza di prendere una nuova decisione.

Per gli imprenditori, risulta da questa decisione 4Ob49/21s del 16. 12. 2021 che possono essere obbligati a risarcire i consumatori per le loro dichiarazioni ingannevoli. Al contrario, è più facile per i consumatori ritenere il produttore responsabile per delle informazioni false.

Resta da vedere se questa giurisprudenza avrà una vita lunga. Se l’attuale bozza per il “Second Modernisation Directive Implementation Act – MoRUG II”, che dovrebbe attuare la Direttiva Omnibus, diventasse legge, la responsabilità civile in casi come questo, potrebbe essere limitata a violazioni “evidenti” della legge sulla concorrenza sleale.

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