“Successore del Privacy Shield” – UE e USA concordano in linea di principio su un nuovo accordo sulla protezione dei dati?!

Oggi, il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden hanno annunciato un “nuovo sistema” (!) per il trasferimento di dati tra UE e USA:

L’accordo a livello politico, annunciato in una conferenza stampa congiunta a Bruxelles, dovrebbe aprire la strada a un successore dell’accordo Privacy Shield per i trasferimenti internazionali di dati tra L’Unione Europea e gli Stati Uniti, che è stato rovesciato dalla Corte di giustizia europea. La conferenza stampa ha avuto luogo in un clima politico di unità transatlantica, con i leader di UE, NATO e G7 riuniti per decidere una risposta comune alla situazione in Ucraina.

Ma come il problema centrale – cioè le leggi di sorveglianza degli Stati Uniti che permettono ai servizi segreti di accedere ai dati personali senza esaminarli e senza alcun modo di modificarli – sarà risolto rimane una questione aperta. La frase politica vuota su questo tema dal presidente della Commissione von der Leyen era: “Siamo riusciti a trovare un equilibrio tra la sicurezza e il diritto alla privacy e alla protezione dei dati”. L’annuncio significa che la pressione politica e anche temporale per un tentativo di soluzione è aumentata. Ma si può dubitare che lo “scontro di culture” tra la sorveglianza degli Stati Uniti e la protezione dei dati dell’UE sarà davvero risolto in un modo a prova della Corte di Giustizia Europea.

Ovviamente sono previste decisioni esecutive della Commissione Europea e del presidente degli Stati Uniti. In ogni caso, una vera e propria “decisione di adeguatezza” richiederebbe mesi. Fino a una decisione legalmente vincolante, le aziende SEE non possono contare su un semplice annuncio per giustificare il traffico internazionale di dati. E tutto sarà probabilmente contestato – specialmente davanti alla Corte di Giustizia Europea.

Nel complesso, questo annuncio politico probabilmente porterà ad un’incertezza legale ancora maggiore per le aziende del SEE.